Escursioni in barca da Santa Maria di Leuca: ecco le grotte da esplorare

Posta nella parte più estrema della Puglia, nel punto d’incontro tra il mar Ionio e il mar Adriatico, Santa Maria di Leuca è uno degli scrigni del Salento che racchiude al suo interno diversi tesori dall’inestimabile valore: dal mare alle spiagge fino alle tante grotte carsiche che caratterizzano la sua costa e modellate nei millenni dall’azione erosiva delle acque. Veri capolavori naturali, in grado di costituire non solo un patrimonio paesaggistico, ma anche di essere i fedeli custodi di antichissime civiltà che hanno popolato questi luoghi fin dalla preistoria.

Le grotte di Santa Maria di Leuca sono la meta ideale per entusiasmanti escursioni in barca e si riconoscono dai loro particolarissimi nomi. Innanzitutto, si suddividono in grotte di levante e grotte di ponente e a seconda del momento della giornata nel quale si va alla loro scoperta, le acqua del mare si dipingono di diverse tonalità di colore che danno vita a scenari davvero suggestivi.

Le grotte di levante, situate sul versante adriatico là dove si incontrano le coste maggiormente frastagliate e a picco sul mare, danno il meglio di sé nella mattina, quelle di ponente, sul versante ionico, nel pomeriggio.

Rotta verso levante: Le grotte di Cazzafri

Sono le prime grotte nelle quali ci si imbatte sul versante di levante. Il nome deriva dal greco e sta a significare la schiuma del mare che ne ha sagomato gli scogli, ma il vero spettacolo è al loro interno dove si possono ammirare enormi archi naturali e bellissime stalattiti.

Bellissima è la grotta del Morigio, situata nel punto in cui i Mori approdarono per saccheggiare Santa Maria di Leuca. La grotta è nota anche come “grotta degli innamorati“: per suggellare il loro amore le coppie vi accedono a nuoto.

Ecco poi le grotte dei Gabbiani, così chiamate perché questi volatili hanno l’abitudine di “costruire” qui i loro nidi; da visitare sono inoltre la grotta di Terradico, con le sue tipiche insenature e somigliante ad una tenda indiana e la grotta dell’Ortocupo. In particolare da quest’ultima, cimentandosi in una piccola immersione, si può entrare nella grotta del Soffio ed assistere ad una vera magia: il trucco visivi della “Fata Morgana” dagli strabilianti effetti di luce dovuti alla diffrazione.

Sempre sul versante di levante, si va alla scoperta della grotta della Cattedrale, senza dubbio la più spettacolare, alta e profonda tra le “levantine”, e delle grotte del Laghetto, custodi di piccolo lago di acqua dolce e uno scenario da fiaba. La grotta della Cattedrale la si riconosce subito per la presenza in alto della cosiddetta “vora”, un foro dal quale passano i raggi di Sole che danno vita a dei bellissimi giochi di luce.

Le grotte della Verdusella, invece, sono formate da una sfilza di cavità che donano un bellissimo fondale, nonostante esso si trovi a pochissima profondità.

Direzione Ionio: le grotte sul versante di ponente

La costa di Santa Maria di Leuca bagnata dal mare ionico si diversifica da quella che affaccia dell’Adriatico per essere meno ripida, e le grotte sono di grandezza imponente. Il momento migliore della giornata per avventurarsi in una meravigliosa escursione in barca e partire alla loro scoperta è il tramonto: a quest’ora la luce tenue del Sole le illumina in un modo particolare che permette di godersele in tutto il loro splendore.

La grotta più famosa è quella di Porcinara: vi si può accedere per barca via mare ma anche a piedi percorrendo il litorale. Quello che caratterizza la grotta di Porcinara è il fatto che in realtà essa non è di origine naturale, ma “umana”: venne infatti scavata per essere un luogo di culto pagano. Entrando si incontrano tre cavità collegate le une alle altre nelle quali sono state trovate croci effigiate che risalgono all’epoca Paleocristiana, ed intestazioni scritte in latino e greco e rivolte alle divinità di Zeus e Afrodite.

Straordinaria è anche la grotta del Presepe, formata da piccoli ingressi ad archi ed una sorta di “sculture” calcaree che richiamano alla memoria la Natività. Ci sono poi la grotta della Stalla, la grotta di “Mesciu Gianni”, la grotta delle Tre Porte, che danno direttamente sul mare e offrono, all’interno, un’atmosfera davvero suggestiva, la grotta del Drago, dalla notevole profondità e con rocce che sembrano la testa di un drago, e la grotta dei Giganti.

Le ultime tre sono caratterizzate dalla forte impronta mitologica, e quella dei Giganti è così chiamata per le ossa di antichi animali pachidermici risalenti all’era paleolitica che sono state rinvenute al suo interno. Si può accedere alla grotta del Presepe e a quella dei giganti esclusivamente via mare, con la bassa marea.

La grotta di Mesciu Gianni, invece, non è molto grande e nella parte destra conserva diverse pietre e detriti; si chiama così dal nome di un uomo che in tempi remoti era solito recarsi qui per raccogliere i sassolini colorati portati dalla corrente marina.

Una fila di grotte connesse tra di loro vanno a originare quella che è stata chiamata la grotta del Fiume, percorsa da un fiumiciattolo di acqua dolce che finisce la sua corsa nel mare: si tratta di quel che è rimasto di vecchi fenomeni carsici.

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